Qualche informazione

Ho iniziato a suonare su una vecchia tastiera in casa di mia zia e non ho più smesso.
Così ho suonato tante altre tastiere, chitarre, pianoforti, bouzouki e, nel frattempo, mi sono laureato in lettere moderne con una tesi sulla versione drammatica di “Se questo è un uomo” di Primo Levi.

Cosa ho fatto in questi anni

Cantante e tastierista, suono anche fisarmonica e chitarra. In questi anni ho suonato con Eugenio Finardi, Mauro Pagani, Giorgio Cordini, Ellade Bandini, Mario Arcari, Pier Michelatti, Michele Gazich, Eros Cristiani, Joe Damiani, Max Gabanizza, Enrico Mantovani, Stefano Zeni, Giuseppe Rotondi, Enrico Nascimbeni.

Nel 2000 ho contribuito a fondare il gruppo Corrente di Ali, formazione attiva per dodici anni e che ha percorso l’Italia proponendo uno spettacolo dedicato alle canzoni di Fabrizio De Andrè.

Dal 2005 sono la voce del gruppo Mille Anni Ancora, tributo a Fabrizio De Andrè voluto e interpretato da alcuni straordinari musicisti che per anni hanno accompagnato il cantautore sia in tournée che in studio di registrazione (Ellade Bandini, Mario Arcari, Giorgio Cordini). Nel 2008 il gruppo il gruppo ha registrato il disco “Storia di un impiegato” riarrangiato da Mario Arcari, con il patrocinio della Fondazione De Andrè. Sono anche cantante della Piccola Orchestra Apocrifa, formazione cameristica che si è dedicata alla riedizione de La Buona Novella, un disco distribuito in Italia da Self (2006) sotto il patrocinio della Fondazione Fabrizio De Andrè.

Dirigo il gruppo Klezmorim che si dedica alla ricerca e alla diffusione della musica yiddish e klezmer, presentando uno spettacolo-lezione introdotto e curato dal professor Rolando Anni. I Klezmorim hanno partecipato nel 2007, 2008, 2009, 2017 all’iniziativa “Un Treno per Auschwitz” suonando in numerose occasioni a Cracovia e dividendo il palco con Moni Ovadia. Nel gennaio 2011 è uscito il primo disco del gruppo, di cui ho curato arrangiamenti e produzione. Sempre nel gennaio 2011 il gruppo si è esibito presso la Filarmonica di Cracovia.

Collaboro attivamente con Flora Zanetti con cui ha ideato diversi spettacoli: “FdA: ricordando Fabrizio De André”, “Volta, rivolta e torna a rivoltar” (una ricerca musicale attraverso i canti del lavoro nel Novecento), “Alla ricerca del cabaret italiano” e “La canzone d’autore degli anni ’70”.

Con l’attrice Beatrice Faedi ho realizzato diverse letture-concerto, fra le quali “Ballate e altri naufragi”, uno spettacolo che intreccia poesia e canzone in un raffinato gioco di suggestioni e richiami. Sempre in ambito teatrale ho collaborato con Luciano Bertoli, Alberto Gamberini e Maddalena Ischiale.

Nel 2012 ho curato la rielaborazione dell’operetta per bambini “Brundibar” andata in scena in 5 repliche presso il Nuovo Eden di Brescia. Lo spettacolo (curato insieme a Beatrice Faedi e Nicola Lucini) è stato l’esito di un laboratorio, durato due anni scolastici, e ha visto andare in scena i bambini delle classi quinte della scuola primaria Calini.

Nel 2015 ho ideato e curato la produzione del Cd “Note Resistenti”, disco collettivo dedicato alle canzoni della Resistenza a cui hanno partecipato 10 giovani musicisti bresciani. Dal 2019 sono direttore artistico del Festival De André di Brescia, promosso dall’Associazione CieliVibranti.

📎 Biografia breve

“Molti dicono che sembra di sentire De Andrè, ma non è così, non si tratta di un’imitazione. Alessandro ama talmente quello che faceva Fabrizio che è entrato nello spirito e alla fine il risultato è sorprendente. Riesce a restituire l’essenza di quello che faceva De Andrè con la voce”

ELLADE BANDINI • BATTERISTA

Una trasmissione notturna

A fine concerto

“Non sembrava una persona abituata ad avere gli occhi addosso. Ma avevo conosciuto altri attori e sapevo che ne esistono di due tipi: quelli che continuano a recitare anche dopo, e gesticolano, parlano con un tono di voce più alto del necessario, occupano il centro delle stanze in cui si trovano e hanno bisogno dell’attenzione altrui come dell’aria da respirare, e quelli che invece si rintanano, e per essere stati troppo guardati chiedono soltanto di sparire”